ELISABETTA

Una forte personalità indirizzata al sostegno dei più fragili

Elisabetta Paolucci

Elisabetta (Betti per gli amici) era una persona esuberante. La sua ricchezza interiore era tale che lei non riusciva a tenersela dentro. Di conseguenza, questa ricchezza usciva e invadeva il mondo sotto forma, prima di tutto, del suo sorriso. Tutti quelli che l’hanno conosciuta, o anche solo incontrata una volta per caso, sono rimasti colpiti del suo meraviglioso sorriso. Le foto lo testimoniano. In tutte, immancabilmente, ha un sorriso aperto, coinvolgente. Elisabetta era sempre sorridente. Ed accogliente. Piena di attenzione e interesse per gli altri, specie quando si trattava di trovare soluzioni pratiche per aiutare qualcuno in difficoltà. A partire dai suoi alunni. Si, perché Elisabetta era, e si sentiva, prima di tutto un’insegnante. Nelle scuole dove ha lavorato era conosciuta e apprezzata per la sua sensibilità fuori dal comune e il suo impegno, indirizzato soprattutto verso i più fragili. Elisabetta si occupava dei ragazzi a 360 gradi. Non si limitava a curare gli aspetti strettamente scolastici, ma considerava gli alunni come persone da integrare nella società attraverso il sistema educativo. Per Elisabetta la scuola era un sistema attraverso il quale l’adolescente deve essere accompagnato nel suo sviluppo per portarlo a diventare, alla fine del percorso, un soggetto autonomo, pronto alle sfide della vita. Il percorso scolastico, però, può essere arduo. Molte sono le fragilità che Elisabetta percepiva, riconosceva e di cui si è fatta carico nella sua quasi ventennale carriera di insegnante. Fragilità dovute alle cause più diverse: problemi familiari, disturbi dell’alimentazione, diversità culturale o linguistica. Queste fragilità sono spesso sottovalutate, ma possono avere conseguenze serie, come la fobia scolastica o l’abbandono della scuola. Elisabetta si dava da fare per riconoscerle e aiutare l’alunno a superarle, in modi diversi e sempre rispettosi, mai invadenti. Elisabetta era forte, ma incanalava la sua forza al servizio dei più deboli, per aiutarli a superare le proprie fragilità. Ecco perché l’Associazione ha assunto come frase che la rappresenta proprio: “Oltre Le Fragilità”, e così si intitola anche il premio istituito in memoria di Elisabetta.

Cenni biografici

Una vita per gli altri

Elisabetta ha frequentato il Liceo Classico Giosuè Carducci di Bolzano e si è laureata in Conservazione dei Beni Culturali all’Università di Udine nel 1998, specializzandosi a Parigi presso il dipartimento di conservazione della scultura del Musée d’Orsay con la storica dell’arte Anne Pingeot. Nel 2000 ha vinto il concorso per l’insegnamento e da quel momento si è dedicata con grande impegno alla docenza in vari istituti scolastici di Bolzano. Per molti anni è stata insegnante di Lettere, Storia e Geografia all’Istituto Claudia De Medici e dal 2015 ha insegnato al Liceo Pascoli.

Sensibilità e impegno per la cultura e l'arte

Il teatro e l'arte contemporanea

Oltre all’insegnamento, che rappresentava il fulcro del suo impegno e della sua identità, Elisabetta ha dedicato molta parte del suo tempo al volontariato, promuovendo iniziative culturali e sociali in ambiti anche molto diversi tra loro, a riprova di una personalità aperta e di una volontà e capacità d’inziativa ad ampio spettro. Per vent’anni, dal 1990 al 2010, è stata organizzatrice teatrale per l’Associazione Nuovo Spazio contribuendo, con una stagione teatrale di successo, a diffondere e mantenere vivo l’amore per il teatro di qualità. Si è data da fare anche per promuovere la diffusione dell’arte contemporanea, svolgendo attività di curatela e consulenza per progetti artistici.

Il sociale e lo sviluppo della comunità

Fare la differenza

Si è poi dedicata molto al sociale e all’accoglienza, attraverso l’Associazione Figli Per Sempre Trentino – Alto Adige, che aveva contribuito a fondare nel 2008 e di cui è stata per oltre dieci anni la principale animatrice, svolgendo attività di divulgazione scientifica sul tema della bigenitorialità e curando convegni, trasmissioni radiofoniche e attività a sostegno dei genitori separati in difficoltà. Più di recente, il suo impegno nel volontariato l’aveva condotta a integrare le attività di sostegno ai fragili con quelle didattico-educative, attraverso una collaborazione con l’Associazione Volontarius e La Casa Rossa, che si era concretizzata nella realizzazione di un progetto di integrazione di minori non accompagnati nelle classi del liceo Pascoli di Bolzano, dove insegnava.

Le passioni

Amante degli sport all’aria aperta, è stata un’appassionata nuotatrice e velista, svolgendo per alcuni anni l’attività di istruttrice di vela per bambini. Amava in modo particolare la montagna. Le piaceva andarci in compagnia, sia d’estate che d’inverno, a camminare o sciare. Con calma, attenzione, e molta prudenza e rispetto. Per lei la natura era sinonimo di contatto con la sfera più profonda del sé, e di condivisione. Condividere con gli altri ciò che provava immergendosi nella natura incontaminata era una delle sue più grandi gioie. Purtroppo, proprio la montagna ce l’ha tolta, prematuramente e tragicamente. Elisabetta è stata una delle vittime di una delle più grandi tragedie dello scialpinismo contemporaneo, consumatasi sulle Alpi svizzere il 29 aprile 2018 quando, investito da una tempesta di neve durante la Haute-Route Chamonix-Zermatt, il gruppo di cui faceva parte non è stato in grado di raggiungere il rifugio e ha trascorso la notte a oltre 3000 metri di altezza in condizioni estreme. La mattina successiva, solo tre dei dieci membri della spedizione hanno visto il sorgere del sole. Elisabetta e i suoi amici Gabriella e Marcello, coi quali da alcuni anni condivideva le gioie dello scialpinismo, ci hanno lasciati quella notte. Insieme. Elisabetta si è trovata in una situazione più grande di lei, su cui non aveva nessun controllo. Paradossale, per una persona che tutti hanno conosciuto come estremamente prudente e attenta alla sicurezza, che studiava e analizzava le gite in ogni loro dettaglio, e teneva particolarmente in conto il meteo. Preferiva sempre tornare indietro, rinunciare alla cima, quando c’era anche il minimo rischio. Non era certo un’avventuriera o una cultrice dello sport estremo, come non lo erano i suoi amici. Elisabetta è dunque scomparsa all’improvviso, lasciandoci tutti attoniti. È scomparsa poco più che quarantenne, nel pieno della sua vitalità, di mille entusiasmi e progetti per il futuro.
Questa breve, e per forza di cose sintetica e limitata biografia, dice già parecchio. E lascia forse intuire il perché molti abbiano ritenuto che l’esercizio della memoria, necessario e importante, non fosse sufficiente a rendere giustizia a una persona come Elisabetta. Ci vuole, oltre al ricordo, qualcosa di più. Qualcosa che ne porti avanti l’eredità culturale e a compimento il lascito ideale di valori e azioni a favore della collettività.

Abbiamo pensato di accogliere in questo spazio i ricordi di Betti che gli amici desiderano condividere. Un modo per sentirci più uniti e vicini.

LA PAGINA DEI RICORDI